Pronte le nuove OGR a Torino
Le nuove Ogr, le Officine Grandi Riparazioni, apriranno al pubblico il 30 settembre. I 35 mila metri quadrati dell’edificio di architettura industriale di fine Ottocento, nel cuore della città, sono stati trasformati in un contenitore per la ricerca artistica in tutte le sue declinazioni e la ricerca in ambito tecnologico con una forte vocazione internazionale.
Ci sono voluti 1000 giorni di cantiere e un investimento di 100 milioni di euro, stanziati dalla Fondazione Crt, per riportare a nuova vita le storiche Officine. Una cattedrale della storia industriale con volte alte come un palazzo di 5 piani e illuminata da 1200 finestre, che a fine mese sarà restituita a Torino con una grande festa, “Big Bang”, lunga due settimane e aperta a tutti con percorsi d’arte e momenti di musica.
Riapriranno ai visitatori la manica Sud, destinata a ospitare mostre e spettacoli, e il transetto “Snodo”, che accoglie ristoranti e bar. Proseguono invece i lavori nell’Officina Nord, la cui inaugurazione è fissata per il prossimo anno.
Già dal 30 settembre saranno invece aperte ai torinesi anche le due nuove piazze: la corte Est che si affaccia su via Castelfidardo e la corte Ovest su via Borsellino. Entrambi gli spazi saranno accessibili liberamente e accoglieranno opere d’arte a rotazione (per il taglio del nastro è in arrivo la grande scultura di William Kentridge), ma anche spettacoli e aperitivi.
C’è stato un sopralluogo per gli addetti al lavori, con il presidente della Società Ogr-Crt, Giovanni Quaglia, e il direttore generale Massimo Lapucci. Con loro il project manager delle Ogr Marco Colasanti e il direttore artistico Nicola Ricciardi.
Sabato 30 settembre le Officine a forma di «H» si sveleranno infatti ai torinesi con una grande festa dal titolo «Big Bang», che proseguirà fino al 14 ottobre con percorsi d’arte e momenti di musica aperta a tutti.Le Ogr sono la sfida più straordinaria in 25 anni di storia della Fondazione Crt», ha detto il presidente Giovanni Quaglia. «Perché queste Officine sono insieme storia e memoria. Un luogo a lungo abbandonato, una ferita per la città, che con questo intervento di rifunzionalizzazione e di recupero torna a vivere e si proietta al futuro». Una trasformazione che è il risultato, ha sottolineato il segretario generale della Fondazione, Massimo Lapucci, «di una visione coraggiosa. Non una semplice ristrutturazione – ha spiegato -, ma un progetto con cui si è voluto guardare oltre, per fare di questa cattedrale della storia industriale di Torino uno dei motori di sviluppo del territorio».
LE OFFICINE OGR VISTE DAL DRONE