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Discoradio
Valentina Guidi
dalle 10:00 alle 14:00

Pizza, in Lombardia se ne mangiano 800 mila al giorno

In tutto il mondo il record è americano

In Lombardia si mangiano 800 mila pizze al giorno. I calcoli li ha fatti la Coldiretti, sulla base delle 14 mila imprese del comparto attive in regione, in occasione della prima giornata internazionale della pizza dopo che l’Unesco ha proclamato l’arte dei pizzaioli patrimonio immateriale dell’umanità.

La pizza in Italia è il settore di punta dell’agroalimentare con un fatturato stimato in 15 miliardi, che sostiene l’occupazione di 200 mila addetti in 127 mila attività. L’impatto della produzione si fa sentire anche sugli ingredienti utilizzati tutto l’anno con circa 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio d’oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.

In Lombardia i ristoranti pizzerie sono circa 5 mila, di cui quasi 2 mila in provincia di Milano, 819 in provincia di Brescia, 517 a Bergamo, 462 a Varese e 364 a Monza Brianza. Seguono Como con 334, Pavia 304, Mantova 210, Cremona 162, Sondrio 121, Lecco 111 e Lodi 91. A questi si devono poi sommare tutti quei locali dove si può trovare anche la pizza, come ad esempio quelli da asporto, le gastronomie, le panetterie e i bar.

La passione per questo piatto è planetaria: gli americani sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono la classifica.

Un successo per un piatto della tradizione italiana che però moltiplica anche i rischi di utilizzo di ingredienti che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Infatti – continua la Coldiretti – quasi due pizze su tre servite in Italia sono ottenute da un mix di ingredienti, dalla mozzarella lituana all’olio tunisino al grano ucraino, provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori.

Per questo si moltiplicano le iniziative per garantire l’originalità italiana degli ingredienti e una informazione completa e trasparente ai consumatori: dall’obbligo di indicare l’origine dell’olio extravergine di oliva stabilito dall’Unione Europea a quello per i prodotti lattiero caseari e derivati che scaturisce da decreti nazionali voluti dalla Coldiretti ed entrati in vigore il 19 aprile 2017, mentre l’etichettatura dei derivati del pomodoro è scattata nel 2018. Ora l’obiettivo di Coldiretti è portare la trasparenza dai banchi dei supermercati ai menu delle pizzerie dove occorre far conoscere ai clienti l’origine di tutti gli ingredienti impiegati.

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