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Valentina Guidi
dalle 10:00 alle 14:00

Apre mostra di Kandinsky a Milano: “Opere mai viste in Italia”

“Kandinsky, il cavaliere errante” e “Chinamen. Un secolo di cinesi a Milano” al Mudec, Museo delle Culture, saranno visitabili rispettivamente fino al 9 luglio e 17 aprile. Alcune opere dell’artista russo non sono mai state viste in Italia.

Entrambe sono esposizioni in dialogo con la permanente del museo, insieme di collezioni a carattere etnografico: Kandinsky infatti pone a confronto 49 opere del pittore russo con icone, immagini popolari e giocattoli a lui coevi; mentre Chinamen svela la storia della più antica migrazione a Milano attraverso documenti, fotografie e oggetti. Come ha sottolineato l’assessore alla cultura Filippo Del Corno alla conferenza di presentazione: “si tratta di una doppia proposta di mostre inedite”.

Ad aspettare i visitatori de Il cavaliere errante un’indagine su un aspetto inesplorato della produzione di Kandinsky, ovvero il periodo di formazione del suo immaginario visivo, coincidente con un suo lungo viaggio attraverso il Governarato di Vologda, 500 km a nord di Mosca. “In questa fase l’artista entra in contatto con le fonti della cultura popolare russa, alle quali si ispira nel corso di tutta la sua vita e, in particolare, nel passaggio all’astrattismo”, queste le parole – durante la conferenza di presentazione martedì pomeriggio – di Silvia Burini, professoressa di Storia dell’Arte Russa e direttrice del CSAR dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che insieme alla giornalista e critico d’arte Ada Masoero ha curato la mostra.

“Per anni ho cercato di ottenere che gli spettatori passeggiassero nei miei quadri”, diceva il pittore di origine tedesco-siberiana, e l’allestimento del Mudec, forte di tre suggestive installazioni multimediali, sembra voler esaudire proprio questo desiderio, immergendo il pubblico nelle opere in maniera sinestetica attraverso video, immagini e musica.

Le opere provengono da prestigiosi musei russi, georgiani e armeni tra cui l’Ermitage di San Pietroburgo, la Galleria Tret’jakov, il Museo di Belle Arti A.S. Puškin e il Museo Panrusso delle Arti Decorative, delle Arti Applicate e dell’Arte Popolare di Mosca. Attraverso l’accostamento di dipinti, acquerelli, disegni e incisioni di Kandinsky con icone, stampe e oggetti della sua epoca, come ha affermato Masoero, “viene messo in luce l’abbandono di una pittura narrativa in favore di dipinti che privilegiano la vibrazione della realtà, così come la percepisce lo spettatore”.

I visitatori di Chinamen si troveranno invece faccia a faccia con un pezzo poco noto della storia della nostra città, quello relativo alla presenza della comunità sino-milanese. La migrazione cinese viene raccontata a partire dai suoi albori, quando nel 1906 i primi commercianti arrivano in città in occasione dell’Expo. La memoria di questi primi migranti a Milano viene recuperata anche attraverso l’analisi di momenti drammatici quali il loro internamento nei campi di concentramento durante il Fascismo.

Come ha tenuto a sottolineare il curatore Daniele Brigadoi Cologna “la storia della comunità cinese è anche storia di questa città”. Di qui l’importanza di raccontarla attraverso materiali d’archivio, foto e oggetti, ma anche per mezzo del raffinato e piacevole documentario a disegni animati realizzato da Matteo Demonte.

in collaborazione con

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