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Libri, visioni e intuizioni: “Michele Ferrero – Condividere valori per creare valore”

Il papà della Nutella (e di altre delizie amate in ogni angolo del pianeta) è stato anche l’artefice di un altro modo di fare impresa

Ecco cosa significa fare diverso da tutti gli altri. Tutti facevano il cioccolato solido e io l’ho fatto cremoso ed è nata la Nutella; tutti facevano le scatole di cioccolatini e noi cominciammo a venderli uno per uno, ma incartati da festa; tutti pensavano che non italiani non potessimo pensare di andare in Germania a vendere cioccolato e oggi quello è il nostro primo mercato; tutti facevano l’uovo per Pasqua e io ho pensato che si potesse fare l’ovetto piccolo ma tutti i giorni; tutti volevano il cioccolato scuro e io ho detto che c’era più latte e meno cacao; tutti pensavano che il tè potesse essere solo quello con la bustina e caldo e io l’ho fatto freddo e senza bustina”. – Michele Ferrero

Le intuizioni geniali, la visione internazionale, la capacità di ascoltare gli altri. L’attenzione certosina alla qualità dei prodotti, alle esigenze dei consumatori, al benessere dei dipendenti. L’invenzione di sistemi di produzione innovativi. L’amore per la famiglia e per la sua terra. La grande riservatezza e l’umiltà. La cura verso i valori umani, la responsabilità sociale. Michele Ferrero – il papà della Nutella e di decine di altre delizie amate in ogni angolo del pianeta – è stato non soltanto uno dei più grandi imprenditori italiani. È stato l’artefice di un modo di fare impresa che ha messo al centro la persona, secondo il motto ‘lavorare, creare, donare’. Ha imparato le basi artigiane dal padre Pietro, l’importanza dell’organizzazione commerciale dallo zio Giovanni, il senso dell’azienda dalla madre Piera, che negli anni Quaranta riuscirono a trasformare una pasticceria di Alba in una fabbrica. Subentrato al padre, scomparso prematuramente nel 1949, ha guidato l’azienda – con il sostegno costante della moglie Maria Franca – verso una crescita esponenziale. La Ferrero ha varcato i confini nazionali fino a diventare, anno dopo anno, una delle aziende più importanti e più apprezzate a livello globale. Un vero mito.

Come si racconta la vita di un uomo che si è tenuto sempre lontano dai riflettori, lasciando parlare unicamente il proprio lavoro? Giannella ci è riuscito intervistando decine di persone che hanno vissuto fianco a fianco con ‘il signor Michele’. Ne è uscito un ritratto entusiasmante, che ricostruisce i traguardi storici di un’avventura inimitabile.

MICHELE FERRERO
Condividere valori per creare valore
Di Salvatore Giannella
Salani
288 pagine
18 euro

MICHELE FERRERO
Michele Ferrero nasce a Dogliani (Cuneo) nel 1925. Figlio di due pasticceri, fin da giovanissimo lavora nell’azienda di famiglia, fondata ad Alba nel 1946. Alla morte del padre, nel 1949, affianca la madre e lo zio nella gestione della Ferrero, per poi prenderne la guida a soli trentadue anni. Sotto la sua direzione la Ferrero si espande fino a diventare una delle principali industrie dolciarie al mondo, che oggi conta oltre 40.000 collaboratori, 20 stabilimenti e 9 aziende agricole. È lui a inventare i più famosi prodotti della Ferrero: il Mon Chéri (1956), la Nutella (1964), il Kinder Cioccolato (1968), le Tic Tac (1969), i Kinder Sorpresa (1974) e il Ferrero Rocher (1982). Per suo volere, nel 1983 nasce la Fondazione Ferrero, che oltre a occuparsi degli ex dipendenti promuove importanti iniziative culturali e artistiche. Nel 1961 ha sposato Maria Franca Fissolo, con la quale ha avuto due figli, Pietro, prematuramente scomparso nel 2011, e Giovanni, attualmente amministratore delegato dell’azienda. Nel 2005, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce. Muore a Montecarlo nel 2015 all’età di ottantanove anni.

L’AUTORE
Salvatore Giannella (Trinitapoli, 1949) ha una lunga carriera giornalistica, iniziata negli anni Settanta con il settimanale Oggi. È stato direttore dell’Europeo tra il 1985 e il 1986, di Airone dal 1986 al 1994. Tra i riconoscimenti ricevuti, il premio Zanotti Bianco, consegnatogli nel 1978 da Sandro Pertini, e nel 2007 la medaglia d’oro del comitato scientifico internazionale del centro Pio Manzù presieduto da Mikhail Gorbaciov. Paulo Coelho lo ha definito ‘cronista della luce’.

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